Ai Presidenti delle associazioni (chiamati anche circoli in alcune regioni), tra i molteplici compiti, adesso spetta anche la gestione di soci che sono diventati positivi al COVID-19 o soggetti sintomatici. Questi casi devono essere gestiti con rapidità e sicurezza, evitando di cadere nelle inesattezze e fake news che girano tra le persone, in TV o in rete. Chiariamo subito un aspetto: la gestione dei casi di COVID-19 spetta al Presidente, ma potrebbe benissimo delegare il compito ad un altro socio, preferibilmente facente parte del Consiglio Direttivo. La delega, naturalmente, dovrà essere messa per iscritto.
La decisione di mantenere il Circolo chiuso fino a quando la situazione si normalizzerà potrebbe rivelarsi una eutanasia, perché ancora nessuno sa in quale anno, mese, giorno si potrà riparlare di normalità, dove per “normalità” si intende che su tutto il territorio nazionale per 14 giorni consecutivi non dovrà avvenire nessun nuovo contagio né alcun decesso attribuibile a COVID-19. Il consiglio di non procrastinare l’apertura è dovuto in ragione dello stato di emergenza che è in atto su tutto il territorio nazionale. Alcuni presidenti hanno basato la riapertura della propria associazione o l’adeguamento alla nuova normativa “anti-COVID”, aspettando il decreto di cessata emergenza; decreto che non è mai arrivato, ma, anzi, ne prorogava i termini e l’ultimo D.P.C.M. del 8 Ottobre ha prolungato lo stato di emergenza fino al prossimo 31 Gennaio 2021, dimostrando che siamo ben lontani da considerare di tornare alla normalità.
Le seguenti indicazioni hanno come fonte i D.P.C.M. finora emanati alla data odierna, i Protocolli Condivisi previsti per le associazioni, le Linee Guida nazionali per le varie attività svolte in sede, le informazioni della Protezione Civile, il Ministero Salute, l’I.S.S. e l’E.C.D.C.
Caso 1: un socio che ha frequentato la struttura si è ammalato di COVID-19
La notizia ufficiale che un soggetto positivo al COVID-19 ha frequentato i locali vi deve arrivare solo tramite l’ATS/ASL, che, obbligata ad effettuare attività di contact tracing, vi chiamerà tramite e-mail o telefonicamente, dandovene notizia. Le chiacchere e le voci su presunti positivi per COVID-19 NON costituiscono notizia certa, né servono a nulla.
A questo punto scatta il rischio che questa persona ammalatasi di COVID-19, frequentando i locali dell’associazione, possa avere contagiato a sua volta altri soci e persone presenti: cosa si dovrà fare quindi?
- Il Presidente dovrà innanzitutto controllare dal foglio presenze (premettiamo che i Protocolli Condivisi per le associazioni impongono che chiunque entri in sede dovrà annotare su un foglio presenze, che dovrà essere conservato per almeno 14 giorni, le indicazioni della data di ingresso, il nome e cognome e propria reperibilità, anche se quest’ultima informazione è contenuta nel libro soci), e quindi verificare se veramente e in quale data il socio confermato positivo, di cui si ha avuto notizia dall’ATS/ASL, abbia effettivamente frequentato l’associazione. L’ATS/ASL, per poter rintracciare le persone giuste, porrà la seguente domanda: “La persona ammalatasi di COVID-19, con quali altri soci è rimasta a contatto stretto per oltre 15 minuti ed a distanza inferiore a 2 metri?” (vedi nel glossario al termine dell’articolo, la definizione di contatto stretto). Solo avendo sottomano il foglio delle presenze compilato bene in osservanza ai Protocolli Condivisi, il presidente potrà dare risposte certe; in mancanza di queste informazioni, l’ATS/ASL potrebbe anche decidere altre misure precauzionali a sua discrezione, spesso peggiorative per l’associazione. Prima di fornire all’ATS/ASL qualunque nominativo di persona, che sia venuta a contatto stretto con il soggetto COVID positivo, è opportuno effettuare presso i medesimi soci le necessarie verifiche personali.
- Il Presidente dovrà effettuare immediatamente una speciale pulizia e sanificazione dei locali, come indicato dalla Circolare n.5443 del 22 febbraio 2020 del Ministero Salute, ma solo in caso di una persona che si sia effettivamente ammalata di COVID-19 e che abbia frequentato i locali dell’Associazione e/o Circolo. Questa operazione andrà fatta per evitare che altre persone si contagino toccando le superfici infette. Solo dopo avere effettuato questa speciale procedura di pulizia e sanificazione sarà possibile riaprire i locali ai soci. I dettagli di questa speciale pulizia e sanificazione sono indicati nel glossario in fondo.
- Il Presidente dovrà comunicare ai soci con quali modalità la situazione è sotto controllo, quali misure sono state prese e ribadire gli obblighi per coloro che intendono frequentare il Circolo del distanziamento sociale, dell’utilizzo di mascherine e igiene, nonché del rispetto delle altre norme come il divieto di ingresso per soggetti con temperatura superiore a 37,5°C o soggetti con sintomi di COVID-19.
Caso 2: un socio che è entrato nella sede dell'associazione, inizia a presentare sintomi attribuibili a COVID-19
I sintomi più comuni di COVID-19 sono: presentare una temperatura corporea maggiore di 37,5° C stanchezza e tosse secca, indolenzimento e dolori muscolari, congestione nasale, naso che cola, mal di gola o diarrea o altri sintomi intestinali, congiuntivite, perdita dell’olfatto, perdita del gusto (fonte: ATS Insubria).
Premettiamo che ogni Presidente dovrebbe avere già avvisato tutti i soci che nessuna persona che presenti questi sintomi può entrare nei locali; finché una persona con uno o più di questi sintomi non mette piede nei locali, il Presidente non ha nessun obbligo particolare se non quello dell’informazione e dl controllo dell’osservanza delle linee guida, mentre spetta al soggetto con sintomi sospetti il dovere e obbligo di rivolgersi al proprio medico di base.
Ricordiamo che per Le associazioni della Lombardia e altre Regioni, le Ordinanze Regionali prescrivono la rilevazione obbligatoria delle temperature corporee all’ingresso, sia per coloro che a qualunque titolo effettuano attività lavorative all’interno del Circolo, sia per i soci che usufruiscono dei servizi di ristorazione ai tavoli o svolgono attività motoria di qualunque tipologia, mentre la rilevazione della temperatura è consigliata per tutti coloro che entrano nel Circolo stesso per attività ludico-ricreative.
In presenza di un socio che, durante la frequentazione nei locali, inizi a mostrare uno o più dei sintomi suindicati, il Presidente dovrà compiere i seguenti passi:
- Per evitare il rischio di ulteriori contagi e contatti stretti, invitare il socio sintomatico a ritornare a casa, e qualora non fosse immediatamente possibile, lo si dovrà invitare ad accedere in un locale separato, con finestre aperte, dotandolo di mascherina chirurgica; se minorenne dovrà essere assistito da una persona maggiorenne, munita a sua volta di mascherina chirurgica e di guanti. Raccomandiamo di fare tutte queste operazioni con la massima discrezionalità e sensibilità nei confronti del soggetto con potenziali sintomi da COVID-19: state interagendo con una persona che sarà molto tesa e preoccupata per le sue condizioni di salute, quindi siate delicati, ma fermi nella gestione della situazione improvvisa. Non usate un tono allarmato e mostrate meno paura possibile; siate rassicuranti con la persona, parlatele e, se possibile e se le opportune distanze sociali lo permettono, fategli sentire la vostra presenza. Fate lo stesso con le altre persone presenti nei locali, che quasi sicuramente si saranno accorte dell’anomalia in corso: il rischio dello stigma sociale (vedi glossario) in questo frangente è piuttosto elevato;
- Il Presidente o suo delegato è obbligato a contattare l’ATS/ASL tramite il numero gratuito nazionale 1500 o i numeri speciali regionali, dove saranno fornite le indicazioni alle quali attenersi. Il soggetto interessato NON dovrà recarsi né essere accompagnato al Pronto Soccorso né dovrà essere chiamato né il NEU 112 né il 118, ma dovrà avvisare immediatamente il proprio medico di base e seguirne tutte le indicazioni.
- Il Presidente dovrà effettuare questo intervento con discrezione e rapidità per evitare il rischio di stigmi sociali inappropriati per soggetti che potrebbero rivelarsi avere una banale influenza stagionale o, viceversa, per non sottovalutare sintomi che potrebbero preludere a un caso di COVID-19. Come nota finale, il locale utilizzato per l’isolamento dovrà essere pulito e disinfettato prima del riutilizzo, come da Circolare n.5443 del 22 febbraio 2020 del Ministero Salute.
Caso 3: Riammissione in sede del soggetto già confermato positivo COVID-19 oppure che è stato messo in quarantena fiduciaria dalla ATS/ASL
Si può riammettere alla frequentazione dei locali dell’associazione solamente il socio che sia giunto a guarigione clinica o che sia stato escluso dalla quarantena fiduciaria dal ATS/ASL.
La guarigione clinica di un soggetto confermato positivo deve essere attestata da esito NEGATIVO di DUE tamponi consecutivi effettuati almeno 14 giorni dopo la guarigione clinica.
Nel caso di soggetto collocato da ATS/ASL in quarantena fiduciaria e successivamente rilasciato dalla stessa, a discrezione dell’ATS/ASL, sarà sufficiente UN SOLO tampone negativo (previo diversa indicazione da parte dell’ASL).
Il referto sanitario dei tamponi viene consegnato all’interessato in busta chiusa e sigillata; infatti, contenendo dati personali e dati medici, la busta è classificabile come un documento sensibile ai sensi del GDPR Regolamento europeo privacy e come tale va trattato.
Poiché non è possibile esaurire in poche righe un argomento così delicato, siamo disponibili per gli opportuni approfondimenti.
Autore: Marano Dr. Carmelo (Biologo)
Revisione testo: Marano Dr. Matteo (Agrotecnico)
Immagine di copertina (tutti i diritti riservati) di: Donati Dr.ssa Monia
Glossario minimo
Soggetti che frequentando l’Associazione e/o il Circolo sono interessati alla gestione delle criticità COVID-19:
- socio-avventore del circolo;
- soggetto minore partecipante ad attività ludico-ricreative e/o formative organizzate dal circolo,
- volontario non occasionale,
- dipendente /collaboratore incaricato delle attività lavorative (bar, ristorazione, sala tv, sala ludico-ricreativa, altro…)
- fornitori e corrieri di qualunque materiale food e non food.
Soggetto caso confermato positivo:
è un soggetto che dopo avere eseguito un tampone RT PCR, è risultato positivo. Il test diagnostico di riferimento è basato su un saggio di real-time RT-PCR. È l’unico metodo riconosciuto affidabile per la diagnosi di COVID-19. Non sono ammessi i test rapidi, i test salivari e i sierologici. È il Dipartimento di Prevenzione che decide chi e quando dovrà effettuare il tampone. Il prelievo non è doloroso (ma fastidioso) e consiste nella raccolta di un campione biologico prelevandolo preferibilmente dalle basse vie respiratorie. Tuttavia, se la malattia è nelle fasi molto precoci, il tampone può dare un risultato negativo, quindi un tampone negativo non è una certificazione che questa persona non si ammalerà mai di COVID-19 ma è solo una “foto” dell’esistente alla data del tampone.
Soggetto asintomatico sottoposto a quarantena fiduciaria:
È un soggetto che, pur non presentando sintomi, essendo venuto a contatto con un caso confermato positivo, è stato sottoposto a quarantena fiduciaria da parte dell’ATS/ASL e verrà controllato con l’effettuazione di un tampone. In caso di tampone negativo, sarà “liberato” dall’ATS/ASL dall’obbligo della quarantena fiduciaria purché in assenza di sintomi (fonte: I.S.S.).
Soggetto sintomatico:
è un soggetto che presenta una temperatura corporea al di sopra di 37,5°C, o sintomatologia compatibile con COVID-19. Per i contatti che hanno sviluppato sintomi (e che hanno quindi iniziato un periodo di isolamento), le attuali indicazioni nazionali raccomandano, per il rientro in comunità, di attendere la guarigione clinica (cioè la totale assenza di sintomi) e ottenere la conferma di avvenuta guarigione virologica mediante l’effettuazione di due tamponi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro. Se entrambi i tamponi risulteranno negativi, la persona potrà definirsi guarita, altrimenti deve continuare l’isolamento (fonte: I.S.S.)
Contact tracing:
Tramite un tracciamento dei contatti nell'ambito della sanità pubblica, all’ATS/ASL viene indicato il processo di identificazione delle persone che potrebbero essere venute a contatto con una persona COVID-19 positiva e la successiva raccolta di ulteriori informazioni su tali contatti, sulla base di interviste personali e/o anche tramite la App Immuni.
Soggetto che ha avuto un contatto stretto (fonte ECDC):
Si realizza in questi casi:
- una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso di COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di durata maggiore a 15 minuti;
- una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso di COVID-19 (per esempio la stretta di mano, pacca sulla spalla, un abbraccio, ecc…);
- una persona che a qualunque titolo vive nella stessa casa di un caso di COVID-19;
- una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio: sala ristorante, sala giochi, sala ludica, sala tv, bar) con un caso confermato di COVID-19 per almeno 15 minuti, a distanza minore di 2 metri;
- una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con materiale infetto, come, per esempio, le secrezioni di un caso positivo di COVID-19 (es: l’addetto alle pulizie che tocca a mani nude fazzoletti di carta usati da soggetto confermato positivo).
Pulizia e sanificazioni speciali secondo la Circolare n.5443 del 22 febbraio 2020 del Ministero della Salute:
Secondo l’I.S.S., è possibile la sopravvivenza del virus SARS-Cov-2 su arredi, tavoli, maniglie, oggetti di ogni tipo sporcati dai droplets (goccioline di saliva) di soggetti confermati positivi e questi virioni (virus) contagianti sopravvivono dai 30 minuti ai quattro giorni, o comunque a seconda della tipologia del materiale su cui si posano. Questo determina una situazione di rischio, qualora una persona dopo avere toccato queste superfici infette, porti le mani a contatto con bocca, naso o occhi. Pertanto, per ridurre al minimo questo rischio, è necessario effettuare una pulizia e sanificazione particolare seguendo le linee guida della Circolare n.5433.
In sintesi:
- Effettuare una prima detersione con acqua e detergente generico e stracci puliti/materiale multiuso quindi utilizzare per tutte le superfici ipoclorito di sodio 0,1-0,5% o alcool etilico al 70% per il tempo di contatto necessario;
- Durante la sanificazione ventilare costantemente i locali.
Tutto il personale incaricato della pulizia e sanificazione deve obbligatoriamente indossare i quattro dispositivi di protezione (visiera, occhiali, doppi guanti, camice monouso), dismetterli secondo le procedure di sicurezza e smaltirli come rifiuti secondo le modalità indicate da I.S.S.
Qualora si volesse accedere al credito di imposta previsto per questi interventi, è necessario rivolgersi a impresa autorizzata e specializzata.
In caso contrario, è necessario conservare ricevute di acquisto di tutto il materiale e prodotti per la pulizia e sanificazione, le relative schede di sicurezza, le ricevute di acquisto dei dispositivi di protezione individuali utilizzati, le informazioni che sono state date per il loro utilizzo e le modalità di sanificazione oltre che redigere un resoconto dei lavori firmato di chi, quando, come e dove ha pulito e sanificato; è consigliato esporre nei locali sanificati questo resoconto.
Stigma sociale:
È un pregiudizio inteso come segno di disapprovazione sociale verso il soggetto a ragione o a torto giudicato positivo al COVID-19. È come se in un mondo irreale di soggetti che si autogiudicano perfetti escludessimo ed isolassimo socialmente chiunque abbia avuto o si reputa avere anche solo un raffreddore.